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Restauro delle
Batterie Amalfi e Pisani a Treporti

Un nuovo museo diffuso

Il progetto si è aperto con una fase conoscitiva preliminare. Si è trattato di comprendere a fondo lo stato di conservazione dei beni oggetto di restauro e le cause del loro deperimento nel tempo.
Entrambe le batterie Amalfi e Pisani presentavano, ad un primo esame visivo, vegetazione infestante, diffusi distacchi di intonaco, ampia presenza di dilavamento dall’acqua piovana, fessurazioni con diversi punti di infiltrazione, umidità e distacchi di intonaco interni. Aree di dimensioni cospicue mostravano macchie e patine biologiche. Le pavimentazioni in battuto di cemento erano fratturate e discontinue. I serramenti mancanti.
La Batteria Amalfi appariva in particolare stato di abbandono. Tra le riprese dei getti delle calotte in calcestruzzo armato si erano formati distacchi evidenti.
La Batteria Vettor Pisani si trovava invece in uno stato di conservazione discreto.
Le pareti presentavano i segni di una forte umidità interna, con concrezioni calcaree. Le porzioni di muratura più compromesse erano quelle in corrispondenza dei due corpi laterali.
Le scale che consentivano l’accesso alle torrette erano interrotte. Inoltre, la pavimentazione del piazzale antistante, dove un tempo erano collocati gli obici, appariva sconnessa.
Sono state quindi analizzate le principali cause interne e esterne di degrado dei beni oggetto di restauro.
Il processo conoscitivo della componente materiale e naturale è stato attuato mediante indagini dirette, quali il rilievo metrico, critico, strutturale, e indagini indirette, come lo studio bibliografico e sulle fonti d’archivio, sui documenti storici, anche fotografici.
Esso ha trovato quindi rappresentazione mediante approfondite mappature: la consistenza delle diverse forme di degrado è stata individuata su elaborati grafici specifici.
Tale analisi ha guidato le successive scelte progettuali per il restauro conservativo ed il riuso dei manufatti bellici.

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